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    Geolier: “Il primo posto? Non ci penso, ma se vinciamo, vinciamo tutti insieme!”

    Geolier tiene i piedi per terra nonostante il grande successo del suo brano “I p’me, tu p’te”.“Me l’aspettavo è un parolone… so’ contento”, confessa il giovane artista, emozionato per la calorosa accoglienza ricevuta dai suoi fan giunti da Napoli a Sanremo. “Mi ero raccomandato con i ragazzi di non fare casino, ma hanno fatto mille chilometri e hanno festeggiato. Mi sono emozionato più per la loro reazione che per il risultato.”
    Con la sua partecipazione al Festival, Geolier porta il dialetto napoletano sul palco più importante d’Italia: “La vittoria? Non ci penso, non perché sia scaramantico, ma perché la vedo molto lontana. Nel caso arrivasse, sarebbe per Napoli, per i ragazzi, per la mia famiglia. Siamo in tantissimi, se perdiamo, perdiamo un sacco di noi, se vinciamo vinciamo un sacco di noi.”
    Il successo di martedì è dedicato a Daniele, un ragazzo di 17 anni prematuramente scomparso: “Prima di partire per Sanremo, sono andato a salutarlo e a promettergli una cosa che rimarrà tra me e lui.”
    Intanto, “I p’me, tu p’te” scala le classifiche di Spotify, raggiungendo la vetta della Top 50 Italia e piazzandosi nella Top 50 Globale. Un successo inaspettato per Geolier, che su TikTok regna incontrastato come suono sanremese più utilizzato.
     “Voglio portare Napoli in qualsiasi parte del mondo”
    “Voglio portare Napoli in qualsiasi posto del mondo finché ne ho la possibilità. La classifica globale? Mai stata nelle mie visuale e non lo avrebbe potuto predire neanche Nostradamus. Il merito però non è il mio, ma dei ragazzi che ascoltano la canzone. Io mi sento molto vicino a loro, ho le loro stesse paure.”
    Stasera, nella serata delle cover, Geolier omaggia il rap con un medley che include Luchè, Guè Pequeno e Gigi D’Alessio: “O’ primmo ammore, Brivido e Chiagne sono tre canzoni di grandi artisti che hanno fatto parte della mia crescita.”
    L’Ariston rappresenta una tappa fondamentale per la carriera di Geolier: “La prendo come una scuola, sto imparando a gestire la pressione. Ho 23 anni e stare qui per me è tanto. L’Ariston è un palco pesante, che scotta, senti il fuoco sotto. Ci sono passati tutti i grandi della musica.”
    “Mi padre mi ha chiamato e mi ha chiesto ma hai mangiato?”
    Nonostante il successo, Geolier non dimentica le sue origini: “Per me questo non è lavoro, il lavoro è altro. Io arrivo da Secondigliano, a 7-8 anni lavoravo a casa a montare viti e bulloni. Agg’ faticato veramente e so che le cose importanti sono altre.”
    E conclude con un aneddoto significativo: “Mio padre che mi ha insegnato tutto, mi ha chiamato e ha detto: ‘il primo posto, vabbuò, ma hai mangiato?’” ieri a Sanremo, è balzato al primo posto nella seconda top 5 del Festival con il brano ‘I p’ me, tu p’ te’. LEGGI TUTTO

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    Geolier vola in testa alla classifica di Sanremo e il figlio di Amadeus esulta in tv

    Tutto come previsto: la giuria popolare e quelle delle radio premia Geolier. Nonostante le accuse della vigilia, di portare sul palco dell’Ariston un napoletano “finto”, è proprio il rapper partenopeo Geolier, con la sua ‘I p’ me, tu p’ te’, a trionfare nella seconda serata del Festival di Sanremo, premiato appunto dal voto di radio e televisioni.
    E la notizia è stata accolta con grande entusiasmo dal figlio di Amadeus, Josè, seduto in prima fila,  che ha esultato. Non ha contenuto l’entusiasmo il figlio del direttore artistico nel sentire il nome del rapper napoletano idolo dei teenager e leader delle classifiche 2023,
    Un momento particolarmente commovente della serata è stato il ritorno sul palco di Giovanni Allevi.Il pianista, assente dalle scene da quasi due anni a causa di un mieloma multiplo, ha raccontato la sua esperienza con la malattia.
    Visibilmente emozionato, Allevi si è tolto il cappello per “liberarsi dal peso del giudizio esterno” e ha suonato il brano “Tomorrow”, un messaggio di speranza per il futuro.
    La seconda serata del Festival ha visto anche l’esibizione di altri 15 artisti, ognuno dei quali è stato presentato da un collega in gara.
     La precisazione di Dargen D’amico: non volevo essere politico
    Madrina della serata è stata Giorgia, che ha intonato “E poi”, canzone che quest’anno compie 30 anni.Da segnalare anche la precisazione di Dargen D’Amico sulle sue parole di ieri sera sul cessate il fuoco in Medio Oriente.
    Il cantautore ha voluto sottolineare che il suo messaggio non era di natura politica, ma era semplicemente guidato dall’amore e dal desiderio di pace. LEGGI TUTTO

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    Rissa nel carcere minorile di Airola, aggrediti tre agenti

    Due detenuti nordafricani, in isolamento sanitario per scabbia, hanno scatenato una violenta protesta nel carcere minorile di Airola, devastando una cella e aggredendo tre unità di polizia penitenziaria.A denunciare l’accaduto è il Sappe, che evidenzia come la struttura sia ormai prossima alla chiusura per lavori di ristrutturazione e non sia in grado di garantire la sicurezza di personale e detenuti.I fatti si sono svolti il 5 febbraio.
    Uno dei due detenuti, giudicato guarito dalla scabbia, doveva rientrare in comunità, ma ha reagito con rabbia e frustrazione alla notizia di dover lasciare il suo compagno ancora in isolamento.
    I due detenuti hanno quindi iniziato a sfasciare la cella e a procurarsi tagli sulle braccia in segno di protesta.Non contenti, hanno poi aggredito gli agenti intervenuti, lanciando oggetti e colpendoli con un pezzo di legno.
    Il personale sanitario del 118 è dovuto intervenire per medicare sia i detenuti che i poliziotti feriti.
    Il Sappe esprime solidarietà ai poliziotti feriti e denuncia la grave carenza di sicurezza nel carcere di Airola.
    Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, sottolinea come la struttura sia ormai al limite della capienza e non sia in grado di gestire detenuti con profili criminali di rilievo.
    Capece critica inoltre la decisione di assegnare ad Airola due detenuti provenienti dall’Ipm di Torino, pur sapendo che erano affetti da scabbia, e di averli fatti viaggiare su un volo di linea a contatto con altri civili.
    Il Sappe chiede da tempo un adeguamento delle politiche di gestione e trattamento dei detenuti minorili, che tenga conto della crescente complessità e problematicità della popolazione detenuta.
    La realtà del carcere minorile italiano richiede un impegno serio e concreto per garantire la sicurezza di tutti e per offrire ai ragazzi percorsi di rieducazione e reinserimento sociale.
    I due detenuti sono di origine marocchina e algerina. Entrambi hanno precedenti penali per reati contro la persona e il patrimonio. Il carcere minorile di Airola ha una capienza di 48 posti, ma attualmente ospita 60 detenuti.
    I lavori di ristrutturazione del carcere dovrebbero iniziare a marzo 2024.Il Sappe chiede un tavolo di confronto con il Ministero della Giustizia per discutere della situazione del carcere minorile di Airola e per trovare soluzioni concrete ai problemi di sicurezza.
    La situazione del carcere minorile di Airola è emblematica di un problema più ampio che riguarda l’intero sistema penitenziario italiano. LEGGI TUTTO

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    Corruzione in Capitaneria di Porto: arresti e interdizioni a Napoli

    Un’inchiesta della Procura di Napoli ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui ufficiali della Capitaneria di Porto, impiegati del Ministero delle Infrastrutture e medici dell’Asl, per corruzione e falso in atti pubblici.
    Le indagini hanno svelato un giro di corruzione che coinvolgeva diversi marittimi e intermediari.
    In alcuni casi, i marittimi avrebbero ottenuto il rilascio o il rinnovo di certificati di idoneità professionale senza averne i requisiti, grazie al pagamento di tangenti a impiegati della Capitaneria di Porto.
    In altri casi, i marittimi avrebbero ottenuto certificati medici senza sottoporsi alle visite mediche, grazie alla compiacenza di alcuni medici.
     Giro di mazzette dietro il rilascio di certificati ai marittimi
    Infine, in altri casi ancora, i marittimi avrebbero ottenuto indebitamente benefici previdenziali grazie al rilascio di falsi certificati di malattia da parte dei sanitari.
    I pubblici ufficiali coinvolti nella corruzione avrebbero ricevuto in cambio denaro o altre utilità.L’operazione è stata condotta dalla Guardia Costiera su ordine del GIP del Tribunale di Napoli.
    Le misure cautelari disposte includono la custodia cautelare in carcere, gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.È stato inoltre disposto il divieto di esercitare la professione sanitaria per alcuni dei medici coinvolti.
    L’operazione è un duro colpo alla corruzione e al falso in atti pubblici, reati che danneggiano la sicurezza della navigazione e la salute pubblica. LEGGI TUTTO

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    Loredana Bertè guida la classifica di Sanremo: Geolier al momento fuori dai primi 5

    Loredana Bertè in testa a Sanremo, Geolier fuori dai primi 5Loredana Bertè e la sua canzone “Pazza” sono al primo posto nella classifica provvisoria del Festival di Sanremo, seguita da Angelina Mango al secondo posto, Annalisa al terzo, Diodato al quarto e Mahmood al quinto, al termine della prima serata.
    La serata è stata caratterizzata da emozioni e performance straordinarie con Marco Mengoni che ha co-condotto impeccabilmente accanto ad Amadeus, regalando allo spettacolo momenti indimenticabili e una meritata standing ovation.
    L’artista non si è limitato a esibirsi, ma ha anche presentato gli altri artisti e intrattenuto il pubblico con scherzi e gag, come il divertente “preserbacino” lanciato con Amadeus per evitare baci imprevisti.
    La prima serata del Festival di Sanremo si è conclusa con un trionfo di emozioni e performance straordinarie. Marco Mengoni, in una co-conduzione impeccabile accanto ad Amadeus, ha dato vita a uno spettacolo indimenticabile.
    La serata è stata caratterizzata da performance intense e coinvolgenti, con artisti come Clara, Fiorella Mannoia, La Sad, e tanti altri, ognuno con il proprio stile e il proprio messaggio da trasmettere.
    Geolier, brillantina e abito lurex nero
    E Geolier, brillantina e abito lurex nero, porta al festival per la prima volta un brano tutto in napoletano, I p’me, tu p’ te.
    Tra gli ospiti speciali, la sorpresa è stata la presenza di Zlatan Ibrahimovic, che ha divertito il pubblico con la sua simpatia e autoironia, e Federica Brignone, che ha portato l’entusiasmo dello sport sul palco sanremese. LEGGI TUTTO

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    E ora arriva anche la pizzeria Geolier: aperta a Sanremo

    Il rapper napoletano Geolier porta la sua passione per la pizza in giro per l’Italia con un’iniziativa unica nel suo genere.In occasione del Festival di Sanremo, Geolier ha aperto una pizzeria temporanea a Sanremo, in Via Gaudio 61. La pizzeria, chiamata “Pizza Geolier”, ha un menu che prende ispirazione dai brani più famosi del cantante.
    La stessa via dove si trova la pizzeria è stata allestita come se si fosse nei Quartieri Spagnoli di Napoli, con bandierine da balcone a balcone con le più celebri frasi d’amore napoletane.
    I colori della pizzeria sono il bianco e il celeste, a ricordare quelli del Napoli Calcio, e il cantante è raffigurato come un fumetto.
    Per ogni pizza acquistata, è possibile scaricare tramite un QR code il nuovo brano di Geolier, “I p’me, tu p’te”, in gara al Festival di Sanremo.
    Ma non è tutto! Grazie alla collaborazione con Deliveroo, le pizze di Geolier sono disponibili anche a domicilio a Roma, Milano e Napoli.
    Il menu di Pizza Geolier include pizze classiche come la margherita con bufala e la marinara, ma anche pizze più creative come la “I p’me, tu p’te” con salsiccia e friarielli e la “Secondigliano” con pomodoro, aglio, origano e olio d’oliva.
    Un’iniziativa golosa e originale che permette ai fan di Geolier di gustare la sua pizza preferita e di immergersi nella sua musica.
    La pizzeria temporanea di Sanremo è aperta fino a sabato 9 febbraio 2024. Le pizze di Geolier sono disponibili a domicilio a Roma, Milano e Napoli tramite Deliveroo. Il menu di Pizza Geolier include pizze classiche e creative. Per ogni pizza acquistata, è possibile scaricare il nuovo brano di Geolier “I p’me, tu p’te”.
    Che aspetti? Ordina la tua pizza Geolier e lasciati conquistare dal gusto e dalla musica! LEGGI TUTTO

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    Capaccio: sequestrato il resort “Giglio sul mare” : 8 indagati. Ci sono anche funzionari regionali

    Anche quattro tecnici del comune di Capaccio Paestum e due funzionari della Regione Campania sono tra le otto persone indagate dalla Procura di Salerno.
    Quest’ultima ha richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro del “Resort Giglio sul Mare”. Il decreto di sequestro è stato notificato ai soggetti coinvolti, compreso il proprietario del resort, un tecnico progettista, un agronomo e il titolare di un’impresa forestale.
    I carabinieri del nucleo investigativo di Salerno e del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli hanno effettuato le notifiche.
    Gli illeciti contestati dalla Procura, coordinata dal procuratore Giuseppe Borrelli, e ritenuti sussistenti dal giudice comprendono lottizzazione abusiva di terre demaniali in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, falsità ideologica, abuso d’ufficio, abuso edilizio, esecuzione di opere su beni paesaggistici senza autorizzazioni, e invasione di terreni con distruzione o deturpamento di bellezze naturali e habitat all’interno di un sito protetto.
    L’area coinvolta sarebbe ai margini della spiaggia di Capaccio e la costruzione del resort avrebbe coinvolto anche provvedimenti amministrativi illegittimi, come la concessione di edificabilità in sanatoria nel maggio 2019 per preesistenti strutture (l’ex Hera Argiva) nella pineta di Carolato-Laura di Capaccio Paestum, un’area protetta nella riserva naturale della Foce Sele – Tanagro.
    Nel 2021, è seguito un permesso anch’esso considerato illegittimo per ampliamenti, riqualificazione e recupero di tali strutture attraverso violazioni. LEGGI TUTTO

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    15 suicidi in carcere dall’inizio dell’anno: “Una strage di Stato”

    La drammatica sequenza di suicidi in carcere continua: 15 detenuti si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, uno ogni 48 ore. L’ultimo caso è avvenuto nel carcere di Carinola, dove un detenuto disabile di 58 anni si è impiccato.La situazione nelle carceri italiane è drammatica. Il sovraffollamento, le carenze di personale e le inadeguate condizioni di vita sono fattori che contribuiscono al disagio e alla sofferenza dei detenuti, portando in alcuni casi al suicidio. È necessario un intervento urgente da parte del Governo per porre fine a questa “strage di Stato”.
    Gli ultimi due casi sono avvenuti il primo nel carcere veronese di Montorio – dove in tre mesi cinque detenuti si sono uccisi – e si tratta di una morte annunciata in quanto il detenuto ucraino che si è impiccato si era già reciso la gola a gennaio e soffriva a livello psichiatrico.
    E’ lo stesso carcere dove è detenuto Filippo Turetta, il giovane assassino della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin.
    Non si può continuare a ignorare la sofferenza e la disperazione di chi si trova ai margini della società.
    I dati:
    189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti.In realtà i detenuti sono 60.166.Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento.Mancano 18mila operatori nella Polizia penitenziaria.
    Le proposte:
    Maggior ricorso alle misure alternative alla detenzione.Interventi sulla carcerazione preventiva.Assunzioni di nuovo personale.Miglioramento delle condizioni di vita in carcere.
    Le parole dei sindacati:
    “Nostro malgrado la carneficina nelle carceri del Paese continua, così come proseguono il malaffare, le risse, le aggressioni alla Polizia penitenziaria, il degrado e molto altro ancora”, commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ricordando che “anche un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria due settimane fa si è tolto la vita”.
    Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), si dice “costernato e affranto: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”.
    “È un massacro, pochi uomini e male organizzati. Nonostante le promesse della politica il sistema è da rinnovare integralmente, a partire dai vertici, pena danni irreparabili non solo per l’utenza e per il personale che opera nelle carceri ma anche per la collettività nazionale”, sottolinea il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci.
    “La tendenza drammatica dei suicidi in carcere è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive in silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile”, commenta Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale e portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.
    Per Aldo Di Giacomo, vice segretario generale Osapp: “Di fronte ad un trend che non sembra arrestarsi e che potrebbe far superare a fine 2024 il più tragico bilancio di suicidi, quello del 2022 con 84 vittime, è necessario correre ai ripari per mettere fine alla “strage di Stato” ed assolvere alla prima funzione dello Stato di legalità che le deriva dall’avere in custodia vite umane.
    Perciò le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sono ancor più inaccettabili. Altro che “questione irrisolvibile” e “malattia da accertare” come dice il Ministro. Con Carinola c’è la conferma che i suicidi in carcere sono un problema che riguarda tutte le fasce di età, dai giovanissimi agli over 60, con quelli più frequenti tra gli under 40, con un numero elevato di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza ed evidenziano in modo più forte le gravi problematiche prima fra tutte il sovraffollamento”.
    Secondo i dati del ministero della Giustizia (aggiornati al 31 dicembre 2023) i 189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti. In realtà i detenuti sono 60.166. Tutti gli istituti (a eccezione di quelli in Trentino) sono sovraffollati con 18.894 stranieri. Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento, mentre registriamo carenze organiche di 18mila operatori in meno nella sola Polizia penitenziaria. LEGGI TUTTO

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    SERIE A Magia di Kvara, il Napoli rimonta il Verona nel finale e torna a vincere

    Il Napoli torna a vincere e lo fa ancora una volta al cardiopalma. Al Maradona, dopo il gol del vantaggio firmato Coppola che sa tanto di beffa, il Verona va ko in rimonta: il pari è dell’ex Ngonge, quindi una magia di Kvara per il 2-1 finale. Azzurri che salgono a -1 dalla zona Champions in attesa delle altre partite.PUBBLICITA

    Mazzarri torna al 4-3-3 e lo fa con i seguenti interpreti: Gollini in porta, Rrahmani e Juan Jesus centrali con capitan Di Lorenzo e Mario Rui sugli esterni. A centrocampo il rientrante Anguissa con Lobotka e Cajuste mentre Politano e Kvaratskhelia supportano Simeone nel tridente d’attacco.
    Il Verona risponde con un modulo quasi a specchio: tra i pali Montipò, Coppola e Dawidowicz al centro della difesa con Tchatchoua e Cabal terzini. Sulla mediana agiscono Serdar e Duda mentre Lazovic e Folorunsho sono gli esterni d’attacco. Suslov agisce come trequartista, l’unica punta è il neo acquisto Noslin.
    Parte forte il Napoli, il Verona resiste. Non dato rigore su Kvara
    Azzurri che partono forte: molto ispirato Kvaratskhelia che al 7′ penetra in area e viene steso da Cabal in scivolata. Per l’arbitro solo calcio d’angolo: proteste dei giocatori azzurri per un penalty che pareba abbastanza chiaro. Ma i partenopei non si perdono d’animo e al 10′ è ancora il georgiano a rendersi pericoloso: conclusione a giro dal limite dell’area che trova la risposta di Montipò.
    L’occasione più grande arriva 2′ più tardi. Protagonista sempre e solo Kvara, che si coordina splendidamente al volo su un pallone ribattuto dalla difesa: il suo destro viene però salvato e bloccato in due tempi in tuffo da Montipò che tiene il risultato sullo 0-0. Gara che poi abbassa i ritmi nei minuti successivi: il Verona scherma meglio gli attacchi degli uomini di Mazzarri.
    Ospiti che occasionalmente provano anche a farsi vedere dalle parti di Gollini, sfruttando qualche spazio concesso in contropiede: al 43′ l’occasione ce l’avrebbe Lazovic, il cui tiro a giro finisce però a lato. Si va a riposo così, sullo 0-0: tanta noia dopo un buon inizio degli azzurri.
    Ripresa
    Subito ammonito a inizio ripresa Mario Rui: era diffidato, salterà il Milan. Al 48′ Gollini è costretto al primo intervento del suo pomeriggio: gran risposta in tuffo su conclusione di Lazovic. Dall’altra parte Lobotka inventa per Juan Jesus che pesca Simeone in area, l’argentino è murato da Montipò da due passi.
    Le mosse di Mazzarri non si fanno attendere: dentro Ngonge e Lindstrom per un Napoli super offensivo. Esce anche un Mario Rui nervoso. Nonostante i cambi gli azzurri sembrano però calare ancora una volta e in questo caso il Verona inizia a farsi molto più presente nella metà campo avversaria.
    Al 72′ la beffa: punizione battuta da Suslov, colpo a metà tra testa e spalla di Coppola che spiazza Gollini, il Verona passa in vantaggio al Maradona. La rete scaligera scuote il Napoli, che attacca a testa bassa a caccia del ribaltone. Al 77′ doppia occasione clamorosa: prima Mazzocchi, poi Lindstrom, entrambi quasi a botta sicura, si fanno ipnotizzare da Montipò.
    Il gol del pari però non si fa attendere: si fa perdonare Lindstrom che dopo l’errore precedente riceve in area, manda al bar un avversario e trova con i tempi giusti a rimorchio Ngonge, che insacca per il più classico dei gol dell’ex. Il pari infiamma il Maradona che adesso ci crede: Simeone ha una chance clamorosa all’82’ a tu per tu con Montipò, ma spreca.
    Serve il colpo del campione, che arriva all’87’: gran recupero palla di Mazzocchi che appoggia per Kvaratskhelia, che in un fazzoletto stoppa e con un tiro a giro fulmina Montipò spedendo la palla del 2-1 all’incrocio dei pali. I partenopei resistono all’assalto finale e portano a casa i tre punti. LEGGI TUTTO

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    Detenuto morto suicida nel carcere di Carinola

    Un detenuto disabile di 58 anni si è suicidato nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, secondo quanto dichiarato dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
    Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta la tragedia affermando che “il suicidio di un detenuto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che operiamo in prima linea”.
    Tiziana Guacci, segretario regionale del sindacato, spiega che l’uomo è stato trovato impiccato nella sua cella, e nonostante i tentativi di soccorso da parte di sanitari e personale di Polizia Penitenziaria, non è stato possibile salvarlo.
    Guacci sottolinea che, “sebbene il suicidio sia un evento imprevedibile, il problema principale è la prevenzione”. Con il trasferimento della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è notevolmente peggiorata, evidenzia Guacci, sottolineando la carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri.
    La proposta avanzata è quella di avviare concorsi regionali e assumere personale sanitario dedicato esclusivamente alle carceri della Campania. LEGGI TUTTO

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    Rintracciato a Casal di Principe un uomo ricercato in Belgio

    Nella giornata di martedì 30 gennaio 2024, un individuo condannato a tre anni di reclusione in Belgio per reati contro il patrimonio è stato individuato e arrestato a Casal di Principe, nel Casertano, dalla Polizia di Stato.
    Il 34enne era stato rintracciato grazie alle indagini della Squadra Mobile di Caserta, in base a un mandato di arresto europeo emesso lo scorso novembre. L’uomo si trovava in una casa di cura e custodia, stava scontando una misura di sicurezza.
    L’arresto è stato convalidato e il 34enne è stato messo a disposizione della Corte di Appello di Napoli per l’avvio delle procedure di estradizione. LEGGI TUTTO

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    Avellino, don Antonio Romano lascia il sacerdozio per amore

    Dopo 23 anni di sacerdozio, don Antonio Romano, parroco di Chiusano San Domenico, in provincia di Avellino, ha annunciato la sua decisione di rinunciare allo stato clericale.In un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, don Antonio ha spiegato di aver scoperto di amare una donna con la quale condivide “sentimenti, aspirazioni, progetti, valori, fede, principi e ideali”. “Non posso continuare a combattere contro la mia natura”, ha scritto.
    Il parroco ha anche rivelato di aver chiesto, il 18 ottobre dello scorso anno, al vescovo della Diocesi di Avellino, monsignor Arturo Aiello, di essere sollevato da incarichi e obblighi connessi al sacerdozio.
    “Mi scuso con i fedeli della parrocchia di Santa Maria degli Angeli per aver indugiato per parecchio tempo nel prendere questa decisione”, ha scritto don Antonio. “Dopo un lungo travaglio interiore, adesso i tempi sono maturi. In questi anni ho acquisito maggiore consapevolezza di me e di ciò che mi circonda e questo mi ha dato più coraggio e determinazione”.
    Ordinato sacerdote 32 anni fa, don Antonio Romano intende però continuare ad essere “missionario laico” nell’associazione “Sulle tracce degli invisibili” da lui fondata a favore dei bambini del Burundi.
    Circa il celibato, don Antonio ha ricordato: “Non ho mai nascosto le mie convinzioni su questa imposizione come conditio sine qua non per accedere al sacerdozio: la rispetto e non pretendo che la cambino per me”.
    “Resterò al mio posto ancora per qualche giorno, così come mi è stato chiesto, prima dell’avvicendamento alla guida della parrocchia di Santa Maria degli Angeli”, ha detto don Antonio. “Continuerò a stare dalla parte degli ultimi e per questo ho bisogno del sostegno, dell’incoraggiamento e della preghiera di tutti quelli che mi vogliono bene”. LEGGI TUTTO