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    Pozzuoli, “Stasera faccio il il parcheggio”: pistola in faccia a un uomo di 91anni che aveva reagito alle richieste di pizzo

    Nonostante i suoi 91 anni, il proprietario del parcheggio privato di Pozzuoli, ha avuto il coraggio di affrontare i tre estorsori ed è stato vittima di violenza fisica e minacce con una pistola.
    I tre parcheggiatori abusivi legati alla camorra, sono stati arrestati oggi dai carabinieri su ordine della Dda per i reati di estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso e dalla connessione con le attività illegali del clan Longobardi-Beneduce.
    “Per il parcheggio devi dare i soldi a me, qui comando io” e “stasera lo faccio io il parcheggio, devo lavorare”
    I tre Antonio e Cristian Di Roberto di 27 anni, e Alberto Ciotola, hanno usato la minaccia e il ricorso al nome di Salvatore Cerrone, noto come “Totore o’ biondo”, esponente di spicco del gruppo criminale di Pozzuoli, per intimidire la vittima.
    Oltre a richiedere il pagamento del “pizzo”, i parcheggiatori abusivi hanno impedito l’accesso ai clienti al parcheggio privato del anziano signore, che si trova nelle vicinanze di una discoteca.
     Uno dei tre banditi ha puntato la pistola in faccia il 91enne
    Inoltre, hanno dirottato le auto verso parcheggi abusivi in strada, dove poi hanno riscosso soldi illegittimamente. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia del proprietario del parcheggio, il quale ha raccontato che uno dei tre malviventi, il 23 ottobre 2022, gli ha puntato una pistola in faccia dopo che egli ha reagito all’aggressione, nonostante la sua avanzata età e il bastone che usava per camminare.
    Le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona hanno confermato la versione dei fatti fornita dalla vittima.
    (nella foto Antonio Di Roberto, uno dei tre arrestati) LEGGI TUTTO

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    Pozzuoli, pizzo al titolare di un parcheggio per conto del clan Beneduce

    La Compagnia Carabinieri di Pozzuoli ha eseguito un provvedimento di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di tre persone gravemente indiziate per reati di estorsione e tentata estorsione legati al metodo mafioso.
    L’operazione è stata autorizzata dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
    Le persone coinvolte avrebbero minacciato e aggredito il titolare di un parcheggio privato a Pozzuoli, cercando di ottenere guadagni illeciti e ostacolando l’attività legittima dell’imprenditore.
    I tre si sono presentati a nome del clan Longobardi – Beneduce operanti da anni nel territorio di Pozzuoli.
    In particolare, gli indagati avrebbero, in più occasioni, con minacce ed aggressioni fisiche, intimato al titolare di un parcheggio privato, situato in Pozzuoli, di consegnare l’incasso ma anche di non ostacolare quella di parcheggio abusivo ai medesimi riferibile. LEGGI TUTTO

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    Giugliano, il ferito nella sparatoria è Genny Giappone

    Gennaro Giappone, 30enne napoletano è parente di alcuni noti cantanti neomelodici, Mimmo, Kekko e Gianni Dany, è stato ferito in una sparatoria a Giugliano in Campania. I carabinieri stanno ancora indagando per ricostruire la dinamica dell’accaduto, che potrebbe essere un agguato.
    Giappone è già noto alle forze dell’ordine per vari reati: nel 2019 era stato arrestato per detenzione illegale di arma da fuoco e in passato era stato sottoposto all’obbligo di firma per coltivazione di sostanze stupefacenti.
    Secondo la prima ipotesi, la sparatoria sarebbe un vero e proprio agguato nei confronti di Giappone. L’uomo è stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco in una zona densamente popolata, in un’ora di punta con diverse persone presenti.
    Un’altra ipotesi, invece, sostiene che la sparatoria sia avvenuta in seguito ad un litigio. Le indagini dei carabinieri sono in corso per accertare le cause e l’esatta dinamica dell’accaduto.
    I carabinieri stanno ascoltando testimoni e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di identificare gli autori della sparatoria. Al momento non si esclude nessuna pista. LEGGI TUTTO

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    Il colletto bianco pentito Salvatore Coppola ucciso in un agguato a San Giovanni a Teduccio

    È l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Coppola, 66 anni, ingegnere, un colletto bianco  legato in maniera diretta al sistema camorra, la vittima dell’agguato di stasera avvenuto nei pressi del supermercato Deco di San Giovanni a Teduccio.Aveva vissuto sotto regime di protezione ed era tornato nella sua città e nel suo quartiere d’origine in tempi recenti, ma aveva deciso di fare ritorno nel proprio quartiere di origine.
    Il suo nome compare in un’inchiesta di una dozzina di anni fa sui legami tra imprese e camorra nella zona di Napoli Est. Coppola era legato ad Orlando Antino, capo dell’ufficio tecnico comunale di San Giovanni.
    In un verbale davanti al pm Woodcock Coppola raccontava “Allora, a San Giovanni ho avuto un grande punto di riferimento che era il capo dell’ufficio tecnico e Dia, il geometra Orlando Antino. Quindi abbiamo, diciamo così, egemonizzato, tutte quelle ristrutturazioni”.
    E ancora: Sì, egemonizzato nel senso che tutti si rivolgevano a noi perché tra l’altro Caltekna (società di cui Coppola era socio di fatto, ndr) nasce anche come… in società c’era il figlio del geometra Antino, che ripeto era molto legato a me e questo mi ha consentito ovviamente che io potessi gestire tutta una serie di clienti(…) Noi abbiamo, diciamo così, curato gran parte di tutte quelle ristruttturazioni dei complessi dismessi”.
    Il pm gli chiese:  “Per esempio, facciamo esempi di queste ristrutturazioni”. “Neapolis, quindi via de Roberto; l’ex complesso SSN; Iniziativa Napoli est; Paco (ovvero acronimo di Pacifico Costruzioni srl, ndr). Quindi tutti i complessi, qualche lavoro per le società petrolifere, il polo petrolifero…”.
    Ad una successiva domanda, Coppola risponde al pm : “Era lui (Antino, ndr) che stabiliva i prezzi, io prima di dare un prezzo mi rivolgevo a lui, esaminavamo l’intervento e lui faceva il prezzo. Ma tanti incarichi lui poi li faceva direttamente. Voglio dire: con le società di raffineria i rapporti li aveva direttamente lui, veniva da me con l’incarico già svolto, io fatturavo e davo a lui”. LEGGI TUTTO

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    Omicidio a san Giovanni a Teduccio

    La serata di Napoli è stata teatro di un omicidio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, dove un uomo è stato ucciso in serata.
    Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di San Giovanni sono intervenuti in corso Protopisani, presso il parcheggio Deco, dopo aver ricevuto la segnalazione di una sparatoria. Purtroppo, l’episodio ha causato la morte di una persona. LEGGI TUTTO

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    Camorra, preso Vincenzo Gentile: boss dei narcos dei Monti Lattari

    I carabinieri della Stazione di Pianillo di Agerola hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di Vincenzo Gentile,di 51 anni, figlio di Giuseppe e considerato il boss dei narcos dei Monti Lattari.
    La condanna di 8 anni è stata stabilita per il suo coinvolgimento in casi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, avvenuti nei comuni di Agerola e Pimonte tra il 2018 e il 2019.
    L’azione dei carabinieri è stata parte di un’indagine condotta dalla sezione operativa di Castellammare di Stabia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
    Le investigazioni hanno avuto inizio dopo l’omicidio di Filippo Sabatino, uomo del clan Afeltra Di Martino, avvenuto il 3 maggio 2018 a Gesinella, Pimonte.
    Le indagini hanno rivelato un sistema di estorsioni messe in atto da individui legati al clan “Gentile”, che hanno costretto commercianti e imprenditori della zona dei Monti Lattari ad acquistare prodotti a prezzi gonfiati e sproporzionati rispetto al loro valore di mercato.
    Gentile, già sotto misura cautelare in carcere, ora dovrà affrontare l’adempimento di una pena detentiva di 8 anni. LEGGI TUTTO

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    Castellammare, scoperto arsenale da guerra al rione Moscarella

    Armi da guerra trovate sopra un tetto di un garage, all’interno di una borsa sportiva: le hanno scoperte i carabinieri intorno ai palazzi del quartiere Moscarella di Castellammare di Stabia, tra i quali spiccano gli edifici popolari del lotto 4, situati al centro di un triangolo scaleno delimitato da due strade statali e viale della Repubblica.

    L’operazione è stata portata a termine dai carabinieri della sezione operativa stabiese. Nascosto tra l’erba alta, l’edera e i rami secchi, un borsone di tela blu giaceva sulla lamiera traballante di un piccolo garage abusivo.
    Al suo interno, erosi dall’esposizione agli agenti atmosferici ma ancora funzionanti, sono stati trovati 8 armi da fuoco pesanti.
    Tra queste, un fucile d’assalto Ak47 (Kalashnikov), un fucile a pompa SPAS calibro 12, in grado di sfondare una porta.
     Le armi nascoste sul tetto di un garage abusivo
    Inoltre, due fucili d’assalto Steyr AUG di fabbricazione austriaca, con una cadenza di tiro di 650 colpi al minuto, quasi 11 al secondo. C’era anche un fucile a pompa M870s Maverick Eagle Pass con la matricola abrasa, due doppiette a canne mozzate e un fucile da caccia.
    Le armi sono state sequestrate e saranno sottoposte a esami balistici per determinare se siano state utilizzate in attività criminali. e saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate in azioni criminose. LEGGI TUTTO

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    Napoli, riciclaggio con tecnologia da servizi segreti: 8 arresti e 6 mila clienti

    Hanno utilizzato tecnologia da servizi segreti, quella israeliana, tra le più sofisticate al mondo, per difendere la loro rete informatica e riciclare ben 2,6 miliardi gli otto componenti dell’organizzazione criminale sgominata oggi dalla Guardia di Finanza di Napoli.
    Il particolare è stato rivelato dal procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati dell’operazione. Nell’operazione sono stati eseguiti 8 arresti e sequestrati beni per 25 milioni di euro.
    Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, generale Paolo Borrelli, ha detto che tra i clienti dell’organizzazione ci sono campani, laziali e lombardi.Le indagini hanno coinvolto anche l’estero e hanno portato all’esame di centinaia di documenti criptati e al controllo di 140mila operazioni bancarie.
    Tra i beni sequestrati ci sono:
    15 immobili a Vilnius, tra cui due appartamenti di lusso nel centro storico, due alberghi e un bar-ristorante4 immobili a Riga, tra cui due appartamenti di lussoUna villa ad Ercolano con piscina e campo di calcioUn immobile a PorticiUn immobile a ComoUno yachtSi stima che l’organizzazione avesse circa 6mila clienti. LEGGI TUTTO

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    Pomigliano, minorenne incensurato arrestato con una pistola da killer professionista

    Un giovane di 17 anni, residente a Pomigliano d’Arco, è stato sorpreso dai carabinieri della sezione operativa di Castello di Cisterna con un’arma clandestina.
    Durante la perquisizione eseguita nella sua abitazione nella zona popolare della “219”, è stato trovato e sequestrato una pistola semiautomatica marca Ruger modello “Mark II Target in” calibro 22 long, carica con 9 cartucce dello stesso calibro nel caricatore.
    L’arma è di quelle usate dai killer professionisti. Nonostante l’età e l’assenza di precedenti penali, il minorenne è stato arrestato per detenzione di arma clandestina e trasferito nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei per ulteriori accertamenti.
    L’arma sarà sottoposta ad analisi balistiche al fine di verificare eventuali coinvolgimenti in fatti di sangue o altri crimini.
    Indagini sull’uso della pistola da parte del minorenne
    Ora i carabinieri continuano le indagini per stabilire eventuali legami con la criminalità organizzata da parte del minorenne e se quella pistola fosse in suo uso o se il giovane incensurato la custodisse per conto di qualcuno. LEGGI TUTTO

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    Colpo ai narcos dei Monti lattari: sequestrati 33 chilogrammi di marijuana

    Lettere. Che il boss Ciro Gargiulo detto o’ biondo assassinato il 19 febbraio scorso fosse uno dei gestori del traffico di marijuana dei Monti Lattari si è avuta una ulteriore conferma stamane.
    I Carabinieri della stazione locale insieme ai militari della sezione operativa della compagnia di Castellammare di Stabia hanno condotto un dettagliato sopralluogo in via San Giorgio a Casola di Napoli dove su ucciso il boss.
    Durante le operazioni, i carabinieri hanno scoperto e confiscato 33 chili di marijuana di provenienza ignota. La droga era contenuta in due borsoni che erano stati occultati in un’area scoperta, mimetizzati tra i rovi della vegetazione lungo le sponde di un corso d’acqua.
    Le indagini sono ancora in corso visto che in quella zona vi abita tutta la famiglia di Gargiulo, coinvolti in blocco nel traffico di droga.
    Pusher arrestato dai carabinieri a Castellammare
    Nel frattempo, durante la scorsa notte a Castellammare, i Carabinieri della sezione radiomobile hanno arrestato Antonio Russo, 20 anni, residente in loco, per detenzione di sostanze stupefacenti con l’intento di spaccio.
    Russo, già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, è stato trovato in possesso di 30 grammi di marijuana e hashish, già frazionati in dosi. Inoltre, nelle sue tasche è stata rinvenuta la somma di 1.400 euro, ritenuta provento del reato. Attualmente, l’arrestato è in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO

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    La camorra spara a Pomigliano e Torre Annunziata: bossoli in strada

    La provincia di Napoli è stata scossa da due sparatorie nella serata di ieri. I carabinieri sono intervenuti in due città diverse dopo la segnalazione di colpi di arma da fuoco.
    A Pomigliano D’Arco, nel complesso popolare “219”, sono stati ritrovati 7 bossoli calibro 9, mentre a Torre Annunziata è stata rinvenuta un’ogiva deformata nei pressi di un negozio.
    Non risultano feriti in entrambi gli episodi, ma le indagini sono in corso per identificare i responsabili e le circostanze dei fatti.
    I carabinieri stanno lavorando per fare luce su queste pericolose situazioni legate alla camorra.
    Eventi, che, purtroppo, confermano la persistente attività criminale delle organizzazioni malavitose in provincia, e un’escalation dello scontro tra i vari clan che rischia di colpire anche persone innocenti. LEGGI TUTTO

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    Clan Vanella Grassi: morto in carcere il boss Vincenzo Esposito, detto ‘o Porsche

    Vincenzo Esposito, noto come ‘o Porsche, boss della Vanella Grassi, è morto in carcere a Parma, dove era detenuto da tempo. Secondo fonti investigative, Esposito era ammalato da tempo. Era uno dei capi dei ‘girati’ .
    L’uomo era conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di ‘o Porsche ed era deceduto nel penitenziario emiliano. Esposito era uno dei capi del clan della Vanella Grassi ed era detenuto da tempo.
    Aveva anche  chiesto, attraverso i suoi legali, di poter continuare a scontare la pena in uno dei due penitenziari di Napoli per avere più vicino la presenza dei familiari, ma l’istanza gli era stata rigettata.
    Era il suocero del boss Fabio Magnetti
    Vincenzo Esposito era il padre di Paolo, anch’egli noto alle forze dell’ordine e il suocero di Fabio Magnetti, altro storico esponente della “Vinella”. LEGGI TUTTO