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    Camorra, sequestro beni allo sponsor della Casertana calcio

    Sequestro beni per oltre 1,5 milioni di euro a imprenditore ritenuto contiguo al clan Belforte dei Marcianise. E tra i beni sequestrati c’è anche il ristorante braceria ‘La Baita’ di Pasquale Maravita, sponsor della Casertana Calcio e che si trova a Valle di Maddaloni.
    E infatti stamane la Divisione Anticrimine di Caserta e il Servizio Centrale Anticrimine hanno eseguito un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di un uomo affiliato al clan Belforte.
    Il provvedimento, del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro, riguarda due unità immobiliari, quattro società con annessi beni strumentali, diversi rapporti finanziari e bancari, auto e un’imbarcazione.
    L’uomo è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Appello di Napoli per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed è ritenuto socialmente pericoloso per la sua affiliazione al clan Belforte.
    La ricostruzione del patrimonio dell’uomo è stata fatta acquisendo documentazione riferita all’ultimo ventennio.
    Sono stati esaminati contratti di compravendita di beni, di quote societarie e numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero suo nucleo familiare.L’operazione:
    Durante la fase di esecuzione del provvedimento, hanno collaborato l’unità cinofila anti valuta della Guardia di Finanza e il servizio veterinario dell’Asl di Caserta.
    L’inchiesta si colloca nell’ambito di una più ampia strategia finalizzata a contrastare l’accumulazione dei proventi delle attività delittuose da parte di organizzazioni criminali operanti nella provincia casertana.
    Un duro colpo al clan Belforte
    Il sequestro di beni rappresenta un importante risultato nella lotta alla criminalità organizzata.L’operazione dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare le attività illecite e nel tutelare la legalità. LEGGI TUTTO

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    Napoli, chiede scusa in aula e vuole risarcire il motociclista che investì e uccise Elvira Zibra sul Lungomare

    Processo al motociclista napoletano Gianluca Sivo accusato di omicidio colposo per la morte di Elvira Zibra, investita mentre era in sella alla sua moto sul Lungomare di Napoli nell’agosto del 2022.
    Sivo si è presentato in aula, ha mostrato il suo contratto di lavoro in una pizzeria e si è dichiarato disponibile a risarcire il danno per l’incidente stradale in cui è stata coinvolta la giovane donna.
    Sivo ha raccontato – come riporta Il Mattino – di vivere un incubo da due anni e ha espresso le sue scuse alla famiglia della vittima. La madre della giovane lavoratrice è costituita parte civile e chiede giustizia. Il processo cerca di fare luce sulla dinamica dell’incidente.
    In aula si cerca di ricostruire la dinamica dell’investimento
    Il pm cerca di stabilire le responsabilità del motociclista nell’incidente e sottolinea l’importanza del rispetto delle regole stradali a Napoli.
    Gli incidenti stradali dovuti a imperizia e indifferenza alle regole sono purtroppo frequenti nella zona, con numerose vittime, anche nelle ultime settimane. LEGGI TUTTO

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    Avellino, scoperti telefoni e droga nella cella del boss

    La polizia penitenziaria ha effettuato una perquisizione straordinaria nella cella di un boss della camorra all’interno del carcere di Avellino, dove sono stati scoperti dieci telefonini nuovi ancora incelofanati, cinque microtelefoni e trenta grammi di una sostanza sospetta, probabilmente cocaina.
    Ritrovamento che evidenzia la mancanza di sicurezza e legalità nella struttura penitenziaria, dimostrando la costante presenza di situazioni a rischio.
    Il segretario generale dell’OSAPP-Polizia Penitenziaria, Leo Beneduci, ha manifestato la necessità di rafforzare gli organici e gli strumenti di lavoro e di tutela per il Corpo di Polizia penitenziaria, così come la riorganizzazione della politica penitenziaria nazionale.
    “Questo è dovuto alla scarsa attenzione verso la popolazione detenuta, che sta dimostrando di essere completamente fallimentare.
    Beneduci, Osapp: “Scarsa attenzione verso il problema delle carceri”
    Alla luce di situazioni come queste, si rende necessario un intervento nelle infrastrutture penitenziarie a rischio su tutto il territorio nazionale, al fine di garantire la sicurezza e la legalità sia all’interno che all’esterno delle strutture carcerarie”. LEGGI TUTTO

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    Capua, incendiarono le auto dei rivali: in 4 a processo

    Quattro persone di Capua, arrestate nel mese di luglio scorso su richiesta del PM dott. ssa Gerardina Cozzolino e dietro ordinanza del Giudice dott.ssa Daniela Vecchiarelli, affronteranno l’udienza preliminare il prossimo 23 febbraio.
    Sono accusati di aver preso parte a un gruppo dedito all’incendio doloso delle auto dei rivali. Tra di loro figurano Claudio Sinapi, titolare di una palestra, sua moglie Annamaria Fortino, Renaldo Likaj e Gazmir Shahu, entrambi albanesi.
    Sinapi e Fortino sono anche accusati di concorso continuato in stalking, per aver minacciato e molestato i vicini e i loro familiari al fine di ottenere l’abitazione dei vicini a un prezzo irrisorio rispetto a quello reale.
    L’inchiesta ha preso avvio da minacce rivolte al proprietario di un’abitazione da parte dei coniugi Sinapi, che si sarebbero poi rivolti ai due albanesi per compiere l’incendio. Le accuse includono incendio doloso, tentata estorsione e stalking, con reiterate ripetute condotte intimidatorie e minacce rivolte alla famiglia della persona offesa (difesa dagli avvocati Gaetano e Raffaele Crisileo).
    L’obiettivo era causare un grave stato di paura e un fondato timore per l’incolumità propria e dei prossimi congiunti. LEGGI TUTTO

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    Maltrattamenti in famiglia a Fondi: prima l’allontanamento, poi la revoca lampo

    Nel pomeriggio di domenica 11 febbraio, dopo una lite famigliare, una 57enne di Fondi aveva chiesto l’intervento dei carabinieri della Tenenza locale lamentando di essere stata minacciata, aggredita verbalmente e percossa dal coniuge 62enne. Non solo: contestualmente ha riferito di essere da tempo vessata, ingiuriata e malmenata dal marito, il quale, anche e soprattutto a […] LEGGI TUTTO

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    Supplenze, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso per l’accesso all’algoritmo

    Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla Gilda Insegnanti contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito per accedere all’algoritmo usato per l’assegnazione delle cattedre ai docenti precari iscritti nelle graduatorie provinciali. In virtù della sentenza il sindacato potrà acquisire i dati utili a capire i motivi del malfunzionamento della procedura informatizzata, che […] LEGGI TUTTO

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    Salerno, processo crac Ifil: assolto Piero De Luca

    Il deputato del Pd Piero De Luca, figlio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, è stato assolto dal Tribunale di Salerno nel processo sul fallimento della società di consulenza immobiliare Ifil.
    De Luca era imputato per concorso in bancarotta distrattiva ma è stato assolto in quanto il fatto non costituisce reato. La Procura di Salerno aveva chiesto la condanna a 2 anni e 2 mesi.
    L’avvocato Andrea Castaldo, difensore di De Luca, si è detto soddisfatto dell’assoluzione, sottolineando la mancanza di prove di attività distrattiva nella bancarotta e escludendo l’ipotesi che De Luca fosse socio occulto della Ifil.
    Le contestazioni erano emerse nell’inchiesta madre ‘Crescent’, che aveva portato all’assoluzione di tutti gli imputati e all’esclusione, già nella fase delle indagini preliminari, di qualsiasi comportamento illecito di Piero De Luca.
    L’avvocato Castaldo ha espresso fiducia nell’operato dei giudici che, durante l’istruttoria, hanno dimostrato competenza, attenzione ed equilibrio. LEGGI TUTTO

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    Violenza sessuale sulla nipotina, arrestato un 35enne residente a Terracina

    Nella giornata di mercoledì, la polizia di Terracina ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di un cittadino rumeno di 35 anni, ritenuto responsabile di violenza sessuale ai danni di una minore di quattordici anni. Nello scorso mese di ottobre, i genitori della vittima avevano presentato una denuncia nei confronti dell’indagato, […] LEGGI TUTTO

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    Processo Angela Iannotta e Francesco Di Vilio, chiamata in causa la Clinica Villa del Sole di Caserta per il risarciment…

    Durante la prima udienza preliminare del processo contro il chirurgo bariatrico Stefano Cristiano, il Giudice ha accolto la richiesta dei legali di parte civile e autorizzato la chiamata in giudizio della Clinica Villa del Sole SpA.
    La clinica è stata convocata come responsabile civile per il risarcimento dei danni subiti da Angela Iannotta e dai familiari di Di Vilio. La prossima udienza preliminare per la costituzione in giudizio della Clinica del Sole è prevista per il 5 aprile prossimo.
    La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal Procuratore Capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dott. Pierpaolo Bruni, e dal Pubblico Ministero delegato, dott.ssa Valentina Santoro. Durante l’udienza precedente, si è anche assistito alla costituzione di parte civile di Angela Iannotta, rappresentata dall’avvocato Raffaele G. Crisileo, e dei familiari del defunto Francesco Di Vilio, assistiti dall’avvocato Gaetano Crisileo.
    Inoltre, l’Associazione Codici Salute, rappresentata dall’avvocato Ivano Giacomelli, si è costituita come parte civile. È stata ammessa l’inclusione della Clinica Villa del Sole SpA di Caserta, nella persona del direttore sanitario, dott. Nicolino Rosato, e del legale rappresentante, dott. Americo Porfidia, come responsabile civile.
    Gli avvocati Crisileo sostengono che sia la clinica a dover risarcire i danni ad Angela Iannotta e agli eredi Di Vilio nel caso in cui il dott. Cristiano venisse condannato per le accuse di lesioni colpose gravissime e falso ai danni di Angela Iannotta e omicidio colposo per il decesso di Francesco Di Vilio. LEGGI TUTTO

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    La Cassazione annulla la condanna di Vincenzo Iorio, consigliere comunale di Acerra

    La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna nei confronti di Vincenzo Iorio, consigliere comunale di Acerra, sospettato di truffa aggravata per aver utilizzato permessi retribuiti non dovuti per attività istituzionali.
    Il sostituto procuratore generale della Procura Generale della Corte di Cassazione, Perla Lori, ha sottolineato che il termine di prescrizione del reato era scaduto, chiedendo l’annullamento senza rinvio.
    L’avvocato di Iorio, Gianmario Sposito, ha evidenziato vizi del processo di primo e secondo grado nel ricorso presentato al Supremo Collegio. La dichiarazione di prescrizione ha portato all’annullamento senza rinvio, accogliendo le argomentazioni della difesa del consigliere comunale.
    Iorio ha commentato: “In tutti questi anni ho sempre avuto fiducia nella giustizia ed oggi, grazie al sostegno della mia famiglia, si chiude definitivamente una triste parentesi per la mia vita.
    La felicità che provo in questo momento non potrà mai ripagare e superare il dolore provocato dalla strumentalizzazione politica, che io, la mia famiglia e tutti gli amici che mi vogliono bene, abbiamo dovuto ingiustamente subire”. LEGGI TUTTO