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    Capri, la polemica sulla tassa di sbarco a 5 euro

    La tassa di sbarco per Capri aumenterà da 2,50 a 5 euro dal 1° aprile al 31 ottobre 2024. La delibera è stata approvata dalla giunta municipale di Capri, in accordo con Anacapri.
    L’attuale tassa di sbarco è stata istituita nel 2015 e prevedeva il pagamento di 2,50 euro per ogni passeggero. Il periodo di applicazione della tariffa raddoppiata coincide con i mesi di massima affluenza turistica, ovvero quelli che vanno da aprile a ottobre.
    L’assessore al bilancio del Comune di Capri, Salvatore Ciuccio, ha spiegato che la decisione è stata presa per regolamentare i flussi turistici e per destinare i proventi della tassa al miglioramento dei servizi pubblici sull’isola.
    “L’isola è invasa da un gran numero di turisti giornalieri – ha detto Ciuccio al quotidiano Il Mattino – per i quali le amministrazioni debbono prevedere una serie di servizi aggiuntivi che non è giusto siano pagati dai contribuenti capresi oppure dai turisti stanziali.
    L’aumento è stato deciso anche per dare un segnale e regolamentare i flussi in arrivo. La destinazione dei fondi incassati, viene destinata al mantenimento degli standard qualitativi di igiene urbana; poi vi sono una serie di interventi per il recupero e valorizzazione dei beni culturali (Villa Lysis, Via Krupp, ecc,) e nel settore turistico ed ambientale”.
    Anche il vicesindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, ha condiviso la decisione, sostenendo che l’aumento della tassa di sbarco è necessario per migliorare gli standard di accoglienza al porto di Capri, che è diventato il vero punto critico nei mesi estivi.
    La decisione ha suscitato polemiche da parte delle compagnie di navigazione, che hanno espresso perplessità sul fatto che l’aumento della tassa possa scoraggiare i turisti dall’arrivare sull’isola. LEGGI TUTTO

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    Capri, licenziata dal parroco perché segnala disfunzioni nell’assistenza agli anziani

    “Seguiremo attentamente lo sviluppo della vicenda riguardante la dipendente della casa di riposo per anziani San Giuseppe di Capri, struttura di proprietà della Parrocchia gestita attualmente dalla Fondazione San Costanzo, che è stata licenziata dopo aver denunciato inefficienze nell’assistenza agli anziani ospitati presso la struttura in cui lavorava.
    Cercheremo di approfondire le dinamiche che hanno portato al licenziamento della signora e di comprendere qual è il destino dei sedici anziani ricoverati presso la struttura. Ci preoccupa l’ipotesi che dietro a tali comportamenti, alquanto discutibili e comunque da chiarire, possano celarsi obiettivi differenti per l’utilizzo della struttura.

    Vigileremo attentamente affinché Capri non perda un presidio essenziale dedicato ai suoi anziani più vulnerabili, a coloro che si trovano in difficoltà”, ha dichiarato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, al quale è stato segnalato il caso.
    “Sono profondamente preoccupata per il futuro degli anziani che ho assistito per anni e che ancora oggi continuano a chiamarmi anche di notte”, afferma Giovanna Acampora, licenziata a seguito della sua segnalazione sui disservizi.
    “Tutto è cominciato con un messaggio vocale su WhatsApp nel quale, disperata per le richieste di aiuto degli anziani, avevo contattato il Vescovo e il Sindaco, segnalando il fatto che i poveri vecchietti erano arrabbiati per il ritardo con cui veniva servita la colazione e per le condizioni inaccettabili in cui si trovavano.
    La risposta è stata una doppia lettera di contestazione da parte del parroco, il quale sostiene che io abbia violato i principi di correttezza e buona fede. Sono amareggiata per il trattamento ricevuto. Tutti sanno quanto amore e devozione ho messo nel mio lavoro, con quanta cura e passione lavoravo alla casa di riposo facendo praticamente di tutto, e ora vengo punita perché ho cercato di tutelare quegli anziani”. LEGGI TUTTO